Negli ultimi anni si è affacciato sul mercato un nuovo “modello”, Industry 5.0, quale evoluzione dell’ormai consolidato Industry 4.0. Mentre dell’Industry 4.0 conosciamo (quasi) tutto, ovvero come implementarla, le sue tecnologie digitali ed anche l’integrazione con il mondo Lean , l’Industry 5.0 rimane qualcosa a volte sconosciuto, tanto che, durante un meeting aziendale, discutendo sull’argomento, qualche manager la definì addirittura uno “slogan” , qualche d’un altro “un modello per il risparmio energetico”, ed infine un terzo “un rimedio contro le paure dell’automazione e della digitalizzazione”. Sicuramente i timori di aver creato con l’Industry 4.0 qualcosa di impattante sui posti di lavoro ha contribuito al dibattito dell’Industry 5.0. Come ben sapete ci sono pareri e situazioni diverse. Alcune fasce di lavoratori sono e saranno sicuramente a rischio, Altri, al momento, come ho messo in evidenza in questa ricerca si sentono abbastanza al riparo, Ma cerchiamo di non esulare dal contesto.
Industry 5.0 secondo la Commissione Europea
Gli ultimi due manager in parte hanno ragione, ci sono elementi sia di sostenibilità sociale sia ambientale nell’Industry 5,0, Ma vediamo intanto da dove origina e come è stata realmente definita. Possiamo concedere alla Commissione Europea la paternità dei concetti dell’Industry 5.0; infatti, la Commissione Europea è stata la prima a proporre approfondimenti e definizioni sul tema, come le pagine web della Commissione stessa dimostrano. Tali pagine meritano, a mio avviso, una lettura approfondita per capire esattamente di cosa stiamo parlando, anche perché le imprecisioni che si sentono e si leggono in giro non sono poche. Purtroppo, fra questi colpevoli abbiamo anche il nostro Governo che tramite il credito di imposta della cosiddetta Transizione 5.0, ha spostato l’attenzione, involontariamente, solo sulla parte della riduzione dei consumi energetici, instillando nella testa di molti che questa sia l’Industry 5.0. Ma torniamo alla nostra Commissione Europea. Questa riporta esplicitamente che l’Industry 5.0 arricchisce l’esistente Industry 4.0 facendo sì che la transizione digitale sia più sostenibile, centrata sull’uomo e porti l’industria Europea ad una maggiore resilienza. Tre specifici pilastri sono pertanto alla sua base, come illustrato dallo schema sotto riportato e tratto dai documenti della Commissione Europea.
Fonte; Commissione Europea
Altro che gestione dei consumi energetici! Parliamo di fatto dell’integrazione di un percorso di digital transformation con i 3 pilastri della sostenibilità; ambientale, sociale ed economico. Infatti, la Commissione Europea sottolinea come fra i concetti base si annoverino:
- l’adozione di un approccio centrato sull’uomo (human-centric) nell’implementazione delle tecnologie digitali, inclusa l’intelligenza artificiale
- il potenziamento delle skill digitali degli operatori dell’industria. riqualificandoli
- rendere le imprese più efficienti nella gestione delle risorse, e verso l’economia circolare
- creare un’industria Europea leader a livello mondiale, accelerando investimenti in ricerca ed innovazione.
Un lungo percorso, quindi, fatto di integrazione di vari sistemi.
Come implementare l’Industry 5.0
Di fatto non esiste un modello preciso per la sua implementazione. Così alcuni finiscono con il considerarla un percorso qualsiasi di digital transformation con tecnologie che permettono un risparmio energetico, oppure una digital transformation – Industry 4.0 collegata in qualche modo con un sistema ESG più o meno esteso. Allineandoci ai concetti della Commissione Europea, noi di C&A-Chiarini & Associati abbiamo predisposto un percorso specifico per l’Industry 5.0, assieme ai colleghi della divisione C&A-ESG. Il percorso comprende tipicamente i seguenti passi operativi:
- La definizione degli obiettivi strategici. Come al solito, modelli complessi necessitano di una pianificazione strategica iniziale. Questo è vero per l’Industry 4.0, per l’implementazione di un ERP, per il lancio di una Lean transformation, così come, ovviamente, per un modello ESG-CSR. Possiamo utilizzare ad esempio l’hoshin kanri , le balanced scorecard o altre metodologie di deployment. L’importante è partire con una roadmap precisa. Da dove partiamo, con quali priorità e quali sono le azioni da lanciare. Così l’azienda potrebbe, ad esempio, decidere che per il prossimo anno si focalizzerà su una alfabetizzazione di tutti i dipendenti sulle tecnologie digitali e su un rilevante progetto di circular economy con aumento del riciclo e riuso dei prodotti giunti nella fase di end-of-life.
- Analisi e mappatura iniziale dei processi. Contestualmente alla definizione degli obiettivi, occorre mappare i processi al fine dell’individuazione dei gap implementativi. Se vogliamo aumentare il livello di conoscenza sul mondo digitale di tutti i dipendenti, possiamo svolgere una mappatura delle attuali conoscenze e definire piani di formazione/addestramento per specifici gruppi e/o funzioni aziendali. Mentre per il progetto di circular economy basata sul riciclo e riuso analizzeremo il processo di identificazione e rintracciabilità del prodotto nel mercato, eventuali moduli ERP da implementare e soluzioni hardware tramite RFID o sensori IoT. L’analisi e mappatura iniziale, ovviamente, può andare oltre i processi collegati agli obiettivi strategici. Noi come consulenti consigliamo sempre di svolgere un’analisi a 360° su tutti i processi, palesando poi all’azienda tutte le possibilità di automazione e digitalizzazione, chiaramente con l’ottica human-centric e della sostenibilità ambientale.
- Implementazione human-centric delle azioni. L’implementazione dell’Industry 5.0 si basa ovviamente sulla scelta di varie tecnologie digitali integrate fra di loro in ottica Industry 4.0. L’aspetto centrale è scegliere tecnologie ed adattarle in contesti “human-friendly”. Mi ha colpito la pubblicità di una mega factory cinese di cellulari che dichiara di produrre completamente senza manodopera, e con sistemi di intelligenza artificale che correggono automaticamente i difetti; non proprio una scelta Industry 5.0 direi. Amche se probabilmente il manifatturiero del futuro ridurrà il numero di addetti a parità di fatturato, le tecnologie devono esesre scelte ed integrate con gli aspetti umani. Un esempio classico è il robot collaborativo o Cobot, ma anche molti sistemi analytics predittivi con intelligenza artificiale al servizio di operatori e manager nelle loro decisioni. Ad esempio, per quanto concerne i numerosi sistemi di anomaly dection e digital vision, esistono sistemi come questo, lanciato da una spin-off universitaria italiana che permettono ad un operatore di interagire vocalmente con il sistema. Altra fondamentale azione da non dimenticare è quella dell’aumento delle skill digitali del personale tramite training e formazione. Non molto efficace avere in azienda soltanto un gruppo di eletti super esperti di digitalizzazione e sostenibilità che fanno tutto per gli altri. E’ un qualcosa che abbiamo già vissuto nel passato con il TQM, la Lean e tanti altri mondi. Inoltre si alimenta il sospetto che l’automazione e l’intelligenza artificale siano a caccia del nostro posto di lavoro.
- Implementazione delle azioni dal punto di vista della sostenibilità ambientale. La scelte delle tecnologie non può prescindere dagli aspetti ed impatti ambientali che possono introdurre. Siamo proprio sicuri che la nuova tecnologia digitale migliori la situazione in termini di consumo delle risorse? In questo articolo, che ricalca una ricerca svolta con un campione di aziende che stavano implementando l’Industry 4.0, si dimostra che a volte i rimedi possono essere peggiori dei mali. Una automazione spinta può portare, infatti, all’aumento dei consumi energetci, a problemi di smaltimenti rifiuti elettronici e così via. A volte, come consulenti, svolgiamo analisi carbon footprint che tengano conto delle emissioni indirette derivanti dai consumi di energia elettrica, così come richiesto ad esempio dalla norma ISO 14064.
L’approccio Chiarini & Associati all’Industry 5.0 è un approccio di team con consulenti esperti di automazione, implementazione ERP, sostenibilità sociale ed ambientale. Per conoscere meglio i nostri servizi sull’Industry 5.0 puoi compilare senza alcun impegno questo form.