“Come si fa a pensare ad una cosa così? È possibile che non capiscano che poi lo dobbiamo produrre? Basterebbe un po’ di buonsenso!”

“Come si fa a non capire che qui si risolvono problemi complessi e non possiamo perdere tempo a seguire tutte le stupidaggini che vengono in mente a loro?”

“Se poi si riuscisse a produrlo a questo costo sarei capace di venderlo anch’io!”

“Mi serve per domattina, altrimenti perdiamo l’ordine! Da quant’è che dico che dovremmo averlo pronto a magazzino? Se me lo danno la settimana prossima se lo vendono poi loro!”

“Io questo non lo avevo chiesto, se adesso costa troppo non è colpa mia!”

Potrei andare avanti ancora a lungo, ma direi che si sia capito il motivo di queste citazioni.

Il mercato attuale sta rendendo sempre più evidente l’effetto della polverizzazione del fatturato in prodotti “su misura” e sempre più critico il lead time tra la richiesta commerciale di un nuovo prodotto o di una nuova configurazione e la capacità dell’azienda di realizzarli con profitto.

Il tempo non ci basta più, dobbiamo fare qualcosa.

La buona notizia è che la maggior parte delle risorse che dovremmo mettere in gioco per raggiungere l’obiettivo SONO GIÀ PRESENTI IN AZIENDA.

La cattiva notizia è che abbiamo dei nemici: ecco un elenco abbozzato:

  • stage-gate
  • silos funzionali
  • over the wall
  • waterfall

Al Direttore Tecnico di una importante azienda, che si lamentava della scarsa puntualità della supply chain per l’avviamento delle pre-serie dei nuovi prodotti ho rivolto questa domanda: “Sai che per venire nel tuo ufficio, se piove ci vuole l’ombrello?”

Se siamo in grado di intervenire con i nostri rispettivi know how a modificare durante il processo quello che è stato fatto prima, allora siamo sicuramente in grado di dare il nostro contributo al momento giusto: cioè PRIMA!

Per farlo è indispensabile cambiare punto di vista, unendo le forze e le skills e contribuire, concorrere al progetto.

In due modi:

  • Anticipare, condividere, motivare le nostre esigenze.

Siamo sempre pronti a sostenere che il Cliente ha sempre ragione, ma come reagiamo quando nel nostro processo interno ci accorgiamo che il nostro “cliente interno” dovrebbe definire le caratteristiche del nostro output?

  • Accettando di catalogare le specifiche richieste al nostro “fornitore interno” con criterio ABC: A = Must Be, B = More is Better, C = Delighters (Kano docet…)

L’onestà intellettuale di pretendere davvero solo ciò che è indispensabile farà aumentare la stima e il rispetto reciproci e ci consentirà di concentrare la capacità produttiva sul reale potenziale valore aggiunto.

Perciò anticipazione, parallelizzazione, ritardo della decisione finale, concurrent engineering, design for x, chiamiamola come volete, ma sarà soprattutto assegnazione di valore allo spreco.

Non conformità di processo? Si.

Lean? Si.

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